Storia

Onelli è una piccola frazione di Cascia situata a 960 metri sul livello del mare nel cuore della Valnerina. Il paese venne costruito ai piedi del versante settentrionale del Monte Meraviglia, veniva usato come luogo di transito verso l’antica via montana per Monteleone – Villa San Silvestro. Il clima, visto la sua elevata altitudine, si presenta con inverni molto freddi ed abbondanti nevicate, mentre in estate il clima è mite. Nell’antichità la sua denominazione era “Onelio”. 

Ricognizioni archeologiche recenti (2018), hanno confermato la presenza di un santuario d’altura (frequentato dal VI a.C. al I a.C.) sulla vetta del Monte Meraviglia, già intuita da M. Franceschini: “Anno 1819. Sulla cima di monte Meraviglia da una pastorella di Onelli fu trovato l’altro giorno un idoletto in lastra e una moneta di rame la quale ha da una parte una barca con la parola Roma e dall’altra una testa con una berretta o sia cappello“. 

Nel medioevo la comunità era ben organizzata, il paese era circondato da alte mura che andavano dai 3 ai 9 metri, ancora oggi è possibile vederne il perimetro anche se rimangono comunque poche tracce. Erano presenti otto case-torri. Viste le notevoli dimensioni della Chiesa di San Sisto e la presenza di mura di cinta, si suppone che la comunità Onellana fosse molto sviluppata.

Onelli è anche sede di una comunanza agraria fondata il 26 gennaio 1919, che ha il compito di salvaguardare il territorio, infatti il paese fu, nel medioevo, anche sede di un “monte frumentario“, la cui funzione era quella di prestare ai contadini, nel momento del bisogno, l’orzo ed il grano per la semina e di dare assistenza alle famiglie più povere nei periodi di carestia.

Percorrendo la via principale, si apre, al centro del paese, una piccola piazza dedicata ai caduti, una lapide commemorativa in ricordo delle vittime della prima guerra mondiale è posta sulla facciata della vecchia scuola.

Onelli non è stata risparmiata nel tempo da eventi sismici, quello più importante avvenne nel settembre del 1979 registrando purtroppo danni alle strutture molto ingenti senza registrare vittime, costringendo  la popolazione a vivere in prefabbricati per molti anni. Onelli, negli anni del boom economico, registrò una ondata di migrazione verso centri più sviluppati come Roma e Rieti, dove attualmente vive una buona porzione di Onellani.

Una curiosità di Onelli riguarda gli abitanti, infatti essi vengono definiti “i matti” in virtù di leggende che si tramandano in generazioni. Ad esempio, tra le più famose, si ricordano tre storie in particolare: la prima narra di un bue che bevve il riflesso della luna nell’acqua e fu ucciso per poterla recuperare; la seconda recita di un tentativo di spostare il campanile della chiesa con un filo di lana e, visto che il filo si allungava, la convinzione di esserci riusciti; infine quella detta dello “scojo de lu bigunzu” che narra di un uomo di Onelli che durante il tragitto per recarsi a Cascia in sella ad un somaro, cadde ed urtò il ginocchio contro una pietra (uno “scojo“). Una volta dal medico questi gli consigliò di applicare un cerotto sulla parte dove aveva battuto: subito l’uomo tornò sul luogo della disgrazia ed applicò un bel cerotto sulla pietra.

USI E TRADIZIONI

  • Festa di Sant’Antonio: si festeggia la domenica successiva al giorno dedicato al Santo (13 giugno). Tutti i paesani si riuniscono in un pranzo, organizzato dai “Santesi”, per degustare tutte le specialità del luogo. Alla fine di ogni pranzo vengono estratti a sorte i due “santesi” che l’anno successivo organizzeranno il pranzo. Possono partecipare sia i Residenti che i Villeggianti, l’unico requisito è di conoscere bene il paese. I Santesi estratti, possono comunque esimersi dal compito spiegandone però i motivi davanti all’assemblea che li elegge, oppure dandone comunicazione in un secondo momento proponendo un sostituto.
 
  • Corpus Domini: il manto stradale di Onelli viene decorato di immagini simbolico religiose utilizzando fiori.
 
  • Festa di San Sisto: il 6 agosto viene celebrata una messa e viene svolta una processione per le vie del paese.
 
  • Sagra della Panzanella (link edizioni passate): Il paese viene addobbato nei suoi vicoli, allestendo stand gastronomici inerenti la Panzanella e prodotti tipici del luogo tipo la Pizza Fritta de Zia Pasqua, una frittella di acqua e farina che può essere gustata dolce o salata. La sagra continua con intrattenimento musicale con artisti di fama che attrae ogni anno numerosi visitatori.
 
  • Cuturella: era un gioco che iniziava il martedì di Pasqua e si finiva alcuni giorni dopo Pasqua. Ci si recava presso la “Madonna della Cerqua” (vedi sezione itinerari) e dopo un’abbondante merenda e preghiera tutti insieme, si facevano rotolare in discesa le uova sode, il vincitore era colui che per primo faceva arrivare il proprio uovo, intatto, ad un traguardo prestabilito e come premio si aggiudicava  tutte le uova in gara.
FONTI:

https://www.iluoghidelsilenzio.it https://www.it.wikipedia.org/wiki/onelli  - EMILI EGIDIO, Carta archeologica dal Paleolitico al Medio Evo, 2018 - FAUSTI LUIGI, Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913 - FABBI ANSANO Storia e arte nel comune di Cascia Arti Grafiche Panetto & Petrelli Spoleto, 1975 -  SchippaF., tesi 1974, p.113 - STALINSKI A. FRANCESCHINI MARCO, Memorie Istoriche Di Cascia e del suo Territorio, Che Incominciano Dalla Fondazione di Cascia Sino Ai Tempi Presenti. - GNDT, 1994. Studi 2001, pp. 270-271 - TOSCANO B., GIACCHÈ L., RAGNI B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria - Toscano B., Giacchè L., Ragni B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria - Davide Zaccagnino, Il santo, la strega e l'acchiappalune - settembre 2020